martedì 19 giugno 2012

Contratto di rete: miti e leggende

Riprendo il brillante articolo di Retidimpresa.eu sulle aspettative e criticità del Contratto di Rete.

Da parte mia condivido quanto scritto e considero prioritario
- fornire luoghi fisici e/o virtuali in cui le esigenze concrete che giustifichino fare rete possano emergere con la garanzia di neutralità e reciproco vantaggio;
- facilitare costantemente i processi
- individuare progetti federatori non vincolati ai bandi


Le associazioni e le varie strutture intermedie sono impegnate su questo fronte ma, spesso, affrontano i processi in maniera rigida e in tempi lunghi.
Le imprese debbono essere protagoniste dirette.

Di seguito l'articolo di Retidimpresa.eu
Miti e leggende ovvero dello spirito( a volte mal compreso) delle reti di impresa

Dopo più di due anni e una innumerevole serie di congressi (e troppo pochi confronti reali con gli imprenditori, dove confronto significa ascoltarli) ecco che le reti di impresa si trovano ad affrontare le stesse problematiche tipiche delle (anch’esse troppo poche) innovazioni introdotte in tema di imprese negli ultimi anni.

E siccome chi parla di reti a volte invoca parallelismi e metafore assai peculiari (nozze, fidanzamenti, convivenze, reti a maglie larghe e strette, leggerezza e pesantezza, reti verticali ed orizzontali neanche fosse un pijama a righe) ci esercitiamo anche noi, parlando però di stereotipi, miti e false credenze.

1. Tela di Penelope: da una parte si passano ore sui blog ad invocare flessibilità e strumenti in grado di consentire alle imprese un adeguato tempo di sperimentazione onde consolidare forme organizzative alternative e sperabilmente vincenti. Però poi ci si arena sulle Partite IVA: a cosa serve la partita Iva in un contratto? A creare un altro, ennesimo, consorzio o veicolo societario? E poi, prima parliamo di business e di potenziale di aggregazione, poi si regolamenteranno aspetti amministrativi e fiscali. Se ci si esalta sulle regole e si posticipa la discussione sul valore, di solito ci si ferma alla prima riunione costitutiva. Si può anche vederla così. Gli imprenditori devono ragionare di valore in rete, dando poi ai loro consulenti il compito di mettersi d’accordo e aggiornarsi su come organizzare l’architettura dei processi e delle regole interne, non viceversa. Esattamente come ciascuno fa nella propria impresa, dove nasce prima l’imprenditore, poi la regola ed il processo.

2. Minotauro, ovvero liberate il valore aggiunto! Nei programmi, spesso scaricati da internet e quindi tutti uguali, non si mette sufficientemente in luce il valore aggiuntivo prodotto dalla aggregazione, preferendo ragionare come spesso si fa con gli scopi delle società, ovvero mettendo dentro tutto per creare un labirinto in cui l’unica vittima sono proprio le peculiarità valoriali della rete. Dentro il labirinto inoltre c’è poi spesso un altro “mostro” di cui si conosce poco e che ingiustamente si teme: il brand di rete, i disciplinari ed i regolamenti da creare, i processi certificativi e di controllo di cui si a volte ignorano le opportunità ed i tempi

3. Essere o non essere? Se il problema è la fiducia, asteniamoci dal creare una rete. Andrà benissimo un’ATI. Se il problema è mantenere e incrementare la fiducia, basterebbe scrivere un buon contratto, in termini di governance, tutela delle informazioni, comunicazioni tra le parti etc Se il problema è entro, non entro, in parte la risposta ricalca quella sopra, in parte va ricercata nel modo come si ricercano i partner. La rete cresce sulla fiducia e su un passato imprenditoriale comune su cui radicarsi (su basi valoriali, di business, su passate militanze associative o di mutualità e collaborazione, etc): non si può usarla delegando ad altri, magari ad istituzioni o consulenti la scelta dei partner: le reti di qualità spendono molto tempo nella identificazione dei criteri di accesso, tra l’altro a tutto beneficio della determinazione e applicazione di quelli di…recesso!

Inoltre, non aspettiamo troppo per fare rete, se vogliamo farlo: per ciò che è la nostra esperienza, o si parte in qualche mese o non si parte…mai

4. God save the Queen: piaccia o non piaccia (in quest’ultimo caso esiste ampia scelta alternativa) il contratto di rete è fondamentalmente una normativa di stampo tipicamente anglosassone. Si fissano pochi ma fondamentali paletti (programma, governance, patrimonializzazione, durata) nel mezzo ci sono le imprese, le loro situazioni organizzative, l’analisi puntuali dei rischi e delle opportunità che in un caso il contratto deve arginare, nell’altro favorire, senza entrare in contrasto con le altre norme previste dal ns ordinamento

5. Horror vacui (paura del vuoto): siccome quanto sopra non viene spiegato alle imprese e ai loro consulenti il vuoto, anziché gestirlo specificamente e differentemente per ogni caso, lo si riempie con modelli standard, a volte inservibili a volte addirittura dannosi.

6. Aggregazioni à la page: siccome è di moda fare rete e alcuni Enti le finanziano, facciamola anche noi per partecipare ad un bando. Il fatto della moda è evidente, pertanto evitiamo di vedere la rete come un’ATI…con barba e baffi, ma per quello che realmente è…la rete punta al medio periodo, e semmai fa del finanziamento ottenibile attraverso un valido programma comune un punto di partenza, ma certo non di arrivo. Che poi la moda non sia un male, ma possa anche essere sfruttata con legittime finalità di Marketing inserite nel piano di comunicazione di rete, questo non è un male, ma una opportunità offerta dal particolare momento alle imprese. E’ bene che esistano queste opportunità di accesso a media normalmente preclusi per i loro costi, anche per le PMi che abbiamo qualcosa da dire

7. Eldorado, ovvero il beneficio fiscale: vietato partire da li. Che poi esista (ma va ben spiegato quando, quale come e con che processi di asseverazione, che hanno un costo, talvolta non indifferente e, data l’esiguità dei fondi, soprattutto non danno certezza a priori dell’entità del beneficio acquisibile) nessuno lo nega, ma certo non come obiettivo di rete, ma come ricaduta di una sana e ambiziosa politica di investimenti (industriali) nel partenariato

8. Il Convitato di pietra: che ne è della finanza nelle reti? In questo momento, vista la drammatica situazione del credito alle imprese, primo pensiero di chi fa una rete dovrebbe essere quella di esplicitarne finalità, contenuti e numeri attesi in un documento di sintesi, quantificante il valore aggiunto atteso, da sottoporre, prima possibile a partner finanziari e alle banche, che pure hanno avviato sperimentazioni interessanti su questo tema, dove è pero scarsissima la presenza ed il presidio da parte delle reti. Se c’è un buon business plan, tutte le problematiche tecniche, amministrative, fiscali, saranno risolvibili e gestibili; viceversa, no

9. Casa mia, casa mia: per quanto una rete possa legittimamente fare della territorialità un obiettivo ed un valore aggiunto, ancora troppo poche le utilizzano per progetti all’estero (es. in Europa), sfruttando le potenzialità insite nel suo carattere internazionale, fondato sullo Small Business Act e orientato a costituire una chiara linea evolutiva per i cluster

Insomma, senza pretendere che la rete sia una cura per tutti i mali (solo per alcuni e ben individuati) scegliamola e gestiamola per ciò che essa è, o dovrebbe essere. Tanti imprenditori, nostri clienti e non, con cui abbiamo avuto modo di incontrarci, così l’hanno vissuta, alcuni ben prima che arrivassero incentivi e agevolazioni, ma credendo in una eventuale risonanza tra di essa ed i loro obiettivi di business e di crescita

IMPRESE: POLVERINI, IN ARRIVO BANDO PER START-UP RETI

La Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, questa mattina è intervenuta al convegno ‘Reti di impresa: etica, competitività e territorio’ organizzato dalla società regionale Sviluppo Lazio.
19/06/2012 - Ad introdurre i lavori è stato lo stesso presidente della società, Massimiliano Maselli, cui è seguito l’intervento della presidente Polverini che ha presentato le iniziative che la Regione Lazio ha realizzato e sta programmando in materia di ‘contratti di rete’: “In questo momento di difficoltà - ha detto la presidente Polverini-, anche guardando ai dati positivi in termini di esportazione da parte del Lazio, la Regione sta incentivando le reti d’impresa. A breve sarà pubblicato un bando che garantirà lo start-up delle reti e creerà interventi di sostegno. Ci sarà anche un elemento di novità, una misura specifica per cui una grande impresa trascinerà in un processo di sviluppo in rete anche le piccole imprese”. Il bando prevede tre azioni principali. Start up reti, progetti per l’acquisizione di servizi reali avanzati finalizzati alla realizzazione di aggregazioni fra PMI mediante la formalizzazione di un Contratto di Rete. Ricerca e sviluppo in rete Val (Valore aggiunto Lazio), progetti di aggregazione tra Grande Impresa e PMI riguardanti innovazione di prodotto attraverso programmi di investimento in attività di Ricerca e Sviluppo. Investimenti in rete, progetti di aggregazione tra PMI e Grande Impresa riguardanti investimenti innovativi per la realizzazione del Programma di rete”. “In questi giorni, inoltre - ha concluso Polverini - abbiamo iniziato una serie di incontri con Paesi esteri dotati di strumenti internazionali importanti per poter accogliere i nostri prodotti incentivando l’economia del nostro territorio, a cominciare dagli Emirati Arabi Uniti. Cerchiamo così, anche attraverso strumenti di diplomazia, di garantire alle nostre imprese elementi di stimolo, puntando sulla qualità dei prodotti e sulla creazione di nuovi posti di lavoro”.
Fonte Regione Lazio www.regione.lazio.it 

venerdì 15 giugno 2012

SVILUPPO: ULTERIORI MISURE PER LE IMPRESE - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica

SVILUPPO: ULTERIORI MISURE PER LE IMPRESE - AgenParl - Agenzia Parlamentare per l'informazione politica ed economica

Importante per il Contratto di Rete il punto E


 e. Contratto di Rete. Le nuove disposizioni consentono una ulteriore semplificazione delle modalità di iscrizione al Registro delle Imprese dei contratti di rete, che possono ora essere sottoscritti con firma digitale, a norma dell’articolo 24 del “Codice dell’Amministrazione digitale”. Viene allargata alle PMI che sottoscrivono un contratto di rete la possibilità di beneficiare dei contributi assegnati ai consorzi per l’internazionalizzazione, indipendentemente dalla loro iscrizione al Consorzio stesso. Infine, si mira a semplificare anche per le imprese agricole l’accesso allo strumento del contratto di rete.

mercoledì 13 giugno 2012

Unioncamere Emilia Romagna - i video del convegno





Il 28maggio a Bologna si è tenuto il convegno di Union Camere Emilia Romagna Crescere e competere con le Reti di Impresa.
E' possibile vedere i video degli interventi al seguente link
http://www.ucer.camcom.it/comunicazione/rassegna-stampa/video-2012/crescere-e-competere-con-il-contratto-di-rete










lunedì 4 giugno 2012